Philip Cortelyou Johnson è stato un architetto statunitense, tra i più influenti del XX secolo, teorizzatore dell’International Style e del Decostruttivismo.
È stato eletto Accademico d’Onore dell’Accademia delle arti del disegno[1] ed è stato il primo architetto a vincere il Premio Pritzker nel 1979.
La mostra dal titolo “Modern Architecture-International Exhibition” inaugurata al MoMA di New York il 9 febbraio 1932 sotto la direzione di Philip Johnson è volta a illustrare i criteri che accomunano gli architetti in fase progettuale, come la regolarità, l’enfasi sul volume e l’eleganza intrinseca del materiale.
Nel 1959Johnson è spinto a ricercare nella storia una nuova forma architettonica per poter ripetere “l’antico nel nuovo” in modo da poter attingere esempi arcaici in strutture moderne.
Come si autodefinisce Johnson durante una lezione tenuta a Yale nel 1958 «”…io sono prima un classicista strutturale e poi un eclettico funzionale…”»: è un classicista in quanto ha bisogno di un programma stabilito da un cliente per il progetto, mentre è un eclettico perché è libero di vagabondare su e giù per la storia attingendo a forme preferite.
Nella fase post-moderna di Johnson si nota che la struttura prende la forma della scultura e la funzione incomincia a seguire una forma. Secondo Charles Jencks, nel suo libro “Il Linguaggio dell’Architettura Postmoderna” (Londra 1978), il post-moderno si può identificare in ogni edificio con divertenti ghiribizzi o immagini voluttuose, senza comunicare coerentemente perché sono codificati esclusivamente a livello estetico, quindi il termine Post-Modern va applicato solo a quei progettisti che concepiscono l’architettura come linguaggio.

Opere famose: